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La frequenza di aggiornamento, misurata in forme d'onda al secondo, indica quante volte al secondo l'oscilloscopio può acquisire, elaborare e visualizzare.

Gli oscilloscopi hanno degli intervalli di tempo regolari durante i quali sono ciechi e non possono vedere alcuna attività del segnale. La velocità di aggiornamento è la principale caratteristica che influenza quanto tempo l'oscilloscopio è cieco e non può vedere le variazioni del segnale.

Un oscilloscopio con un'elevata velocità di aggiornamento catturerà più eventi infrequenti, mostrerà meglio i dettagli più subdoli del segnale e risponderà più velocemente alle modifiche delle impostazioni di misura rispetto un oscilloscopio con una scarsa frequenza di aggiornamento.

Tutti gli oscilloscopi digitali sono ciechi e non possono vedere l'attività del segnale mentre elaborano i dati nell'intervallo tra due acquisizioni successive.  Se un'anomalia del segnale, come un glitch, si verifica durante il tempo morto, non verrà catturata. Il punto chiave per aumentare la probabilità di catturare un'anomalia del segnale è minimizzare il tempo morto ed eseguire il maggior numero di acquisizioni in un dato intervallo di tempo.

 

Come misurare la frequenza di aggiornamento?

Non prendere letteralmente per buone le specifiche pubblicitarie della velocità di aggiornamento. Invece, provale tu stesso.

Basta utilizzare un segnale moderatamente veloce che superi di un paio di ordini di grandezza la velocità di aggiornamento dell'oscilloscopio indicata nelle specifiche (per esempio 50 MHz) acquisendolo con un canale dell'oscilloscopio.

Poi collega con un cavo BNC l'uscita di trigger dell'oscilloscopio ad un contatore oppure a un secondo oscilloscopio. Misura quindi la frequenza media del segnale di uscita del trigger del primo oscilloscopio. Tale valore è proprio la frequenza di aggiornamento del tuo oscilloscopio con quelle impostazioni.

Tieni presente che la frequenza di aggiornamento non è una caratteristica statica, bensì cambia con le impostazioni dello strumento. Quindi, verifica la frequenza di aggiornamento con varie impostazioni di misura, per esempio variando la scala della base tempi, la profondità di memoria e il numero di canali attivi, compresi quelli analogici e digitali (per gli strumenti per segnali misti), così come i canali assegnati alla decodifica seriale.

 

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