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Jeff KodoskyIl linguaggio di programmazione grafico di LabVIEW ha 25 anni e da allora ha rivoluzionato prima le tecniche di automazione dei sistemi di misura e collaudo, successivamente la realizzazione dei sistemi di controllo elettronici integrati.

Ma a cosa potrebbe servire nei prossimi 25 anni? Questo il tema affrontato oggi a NIWeek dal suo inventore, Jeff Kodorski. Le risposte sono affascinanti.

LabVIEW nei prossimi 25 anni

Il linguaggio di LabVIEW fu pensato per abbinare un ambiente di sviluppo grafico con un metodo di programmazione basato sul flusso dei dati, anziché sui flussi di controllo come nei linguaggi sequenziali tradizionali. Una delle conseguenze fondamentali di questa originaria scelta è la sua naturale inclinazione al parallelismo.

In LabVIEW i programmi vengono scritti pensando ai flussi dei dati, che naturalmente possono essere tanti e contemporanei all’interno di uno stesso sistema. Il successo e le applicazioni di LabVIEW è andato oltre ogni nostra aspettativa e immaginazione.

LabVIEW 1.0A 25 anni di distanza osserviamo che gli stessi concetti sono non solo tuttora attuali, ma sono interessanti in campi applicazione ancora più ampi. Fosre anche con un pizzico di fortuna, l'evoluzione tecnologica dell'hardware è andata proprio nella direzione che favorisce LabVIEW. La disponibilità di CPU multicore e di componenti intrinsecamente paralleli come le FPGA non fa che aumentare la potenza di elaborazione di LabVIEW senza modificare alcunché nell'approccio alla programmazione, come invece bisognerebbe fare con i linguaggi sequenziali tradizionali.

Ecco che allora le fondamenta tecnologiche che hanno decretato il successo di LabVIEW siamo convinti possano essere applicate anche a un livello di astrazione ancora più elevato: quello della progettazione dei sistemi.

I nostri continui investimenti in ricerca e sviluppo, sempre più ingenti, sono concentrati sia su obiettivi a breve che a lungo termine. Nel breve termine stiamo lavorando sul potenziamento delle funzioni dedicate al settore RF, alla progettazione di soluzioni DSP, di interfacce web e di potenzialità di utilizzo di client mobili e multitouch.

LabVIEW per progettare sistemiMa la sfida più significativa è quella di estendere LabVIEW per affrontare la progettazione ad un livello di astrazione più elevato, integrando gli strumenti che servono per progettare un sistema complesso, per affrontare le sfide ingegenristiche dei prossimi decenni. L'integrazione di strumenti e funzioni per la progettazione di un sistema con sezioni a radiofrequenza è solamente il primo passo. L'intenzione è di estendere le potenzialità anche ad altri domini, nell'ottica di una vera integrazione di sistema.

Per progettare e realizzare sistemi complessi servono strumenti che semplifichino il lavoro del progettista, e l'evoluzione pianficata di LabVIEW è proprio in questa direzione: gestire all’interno dello stesso ecosistema LabVIEW la progettazione, simulazione, la documentazione e l’integrazione di strumenti dedicati a diversi domini, dalla struttura meccanica a quella elettronica, il tutto per rendere più naturale la scomposizione di un problema complesso in sottosistemi tra loro integrati e progettati con la stessa filosofia.

Le sfide davanti a noi non mancano: dalla ricerca biomedica alla fusione nucleare, dalle reti elettriche intelligenti al monitoraggio delle infrastrutture stradali. Sono sicuro che LabVIEW saprà dare un contributo fondamentale anche nei prossimi 25 anni. Spero di avere la fortuna di vivere a lungo per vederne i risultati.

Un tocco di magia

Interfaccia multitouch nel futuro di LabVIEWNel futuro prossimo di LabVIEW c’è una grande attenzione alle interfacce multitouch, non solo per realizzare soluzioni innovative, ma anche e soprattutto per facilitare l’opera del progettista.

La natura della programmazione grafica di LabVIEW si presta naturalmente a questa evoluzione. Disegnare un ‘box’ o ‘tirare una riga’ per un programmatore LabVIEW è da sempre la cosa più naturale del mondo: perché non poterlo fare con un dito su uno schermo sensibile al tatto?

E’ proprio quello che i reparti di ricerca e sviluppo di National Instruments hanno mostrato oggi in forma prototipale. Disegnare schemi, definire strumenti virtuali e realizzare programmi sarà presto a portata di dito.

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