Il trigger digitale è una delle più importati innovazioni introdotte nella famiglia di oscilloscopi RTO recentemente presentata da Rohde & Schwarz.
Ma vediamo in dettaglio in che cosa consiste il trigger digitale degli oscilloscopi e perché è così importante.
Gli oscilloscopi digitali convenzionali utilizzano un architettura di trigger di tipo analogico. In sostanza, il circuito di ingresso dello strumento suddivide il segnale entrante da misurare in due cammini separati: quello di acquisizione e quello di trigger.
Però, questa suddivisione in due cammini separati del segnale da misurare ha l'innato inconveniente di introdurre disallineamenti sia di tipo temporale (jitter) che di ampiezza (offset). Il risultato netto è che queste imprecisioni nella sincronizzazione dei due cammini, quello del segnale da acquisire e quello del jitter, provoca delle imprecisioni sulle misure che non possono essere totalmente compensate.
Gli oscilloscopi Rohde & Schwarz RTO eliminano questo tipo di problema alla radice grazie all'architettura di trigger digitale mediante la quale il segnale da acquisire e il trigger hanno lo stesso identico percorso all'interno dello stadio di ingresso e acquisizione dello strumento.
In pratica, lo strumento decide se la condizione di trigger è verificata oppure no agendo direttamente sugli stessi campioni del segnale digitalizzato analizzandoli in tempo reale. Conseguentemente, il disallineamento temporale tra segnale misurato è jitter è praticamente inesistente e si aprono inoltre nuove possibilità per definire le condizioni di trigger.
Il trigger digitale degli oscilloscopi RTO è in grado di verificare per ogni campione digitalizzato del segnale se la condizione di trigger è vera oppure no. In tal modo, l'oscilloscopio è in grado di far scattare il trigger anche in presenza dei segnali con la minore ampiezza possibile ammessa dallo strumento.
Grazie allo stadio di ingresso a basso rumore, gli oscilloscopi RTO possono gestire il trigger su tutta la loro larghezza di banda anche con segnali a basso livello quando è impostata la sensibilità verticale al livello più basso di 10 mV/div.Per ottenere un trigger estremamente stabile indipendentemente dal livello di rumore che affligge il segnale da misurare, è possibile impostare un livello di isteresi in modalità automatica o manuale compreso tra 0,1 divisioni e 5 divisioni,
La natura digitale dello stadio di trigger fa sì che la frequenza di taglio del filtro passa-basso digitale del trigger possa essere adattata a piacere con quella del filtro applicato al segnale da misurare.
Così facendo, il rumore a radiofrequenza sul segnale di trigger può essere soppresso, per esempio, mentre simultaneamente si cattura e di visualizza il segnale da misurare non filtrato.
Un altro tipico inconveniente delle architetture di trigger analogiche è il cosiddetto tempo di riarmo, ossia un intervallo di tempo minimo esistente affinché il circuito di trigger possa riattivarsi dopo essere scattato una prima volta.
L'architettura di trigger digitale, al contrario, è perennemente attiva senza alcun tempo di riarmo e, pertanto, può rispondere in modo affidabile anche a eventi di trigger che si verificano in sequenza ravvicinata.
E non è tutto. La struttura digitale permette anche di introdurre tutta una nuova serie di funzionalità, come la matematica applicata alle condizioni di trigger.
Infatti, al segnale di ingresso che agisce da sorgente di trigger possono essere applicate le funzioni matematiche come addizione, sottrazione e inversione. Ciò permette, ad esempio, di impostare il trigger su un segnale differenziale che viene catturato su due canali con sonde riferite a massa.